Parliamo di antico


Ciò che rimane da custodire
 Molto è andato perduto, poco è rimasto, sia di cose che di abitudini ed usi.
La statua lignea di S. Egidio Abate, restaurata per opera dei paesani, risale al 1700, è stata salvata in tempo dall'abbandono, ora sta nella nuova chiesa di S. Egidio. Un pezzo del bastone del Santo non è stato possibile restaurarlo perchè troppo logoro,   sulla statua è stato sostituito da uno nuovo; il tutto negli anni 1960.
La statua della Madonna addolorata, è stata restaurata intorno al 1985, indossa un abito nero, anch'esso rifatto, ed ha il cuore trafitto da un pugnale. Nel corso degli anni i fedeli hanno donato dei gioielli, certo non di grande valore, ora anch'essi sono stati ripuliti e vengono indossati dalla Madonna durante la processione della festa. Sono catalogati e tenuti in custodia da una paesana.
Altro oggetto sacro restaurato è "l'Ostensorio ". Pochi lo ricordano, anticamente veniva portato in processione per esporre l'ostia consacrata all'adorazione dei fedeli,  risale al XV secolo.

 Il Folklore
Usanze popolari e riti sono diventati al giorno nostro consuetudini alle quali spesso non diamo neanche importanza, anche se scoprire le origini delle feste ancora oggi vive e le radici delle nostre tradizioni potrebbe aiutarci a vivere  più intensamente il presente, comprendendone riti e costumi popolari.
Il termine folklore o folclore (sapere del popolo), racchiude le tradizioni antiche, del passato, nate dal popolo, tramandate oralmente e riguardanti riti, costumi, credenze, in relazione ad un determinato luogo o ad una determinata popolazione.  
Ogni abitazione era provvista di forno a legna e quì, col grano prodotto, si realizzava il buonissimo pane di uso quotidiano e i tanti tipi di biscotti, il più famoso: “la tisichella”.
Con il grano, una volta macinato al mulino, veniva   fatta la pasta: i tipici “strozzapreti”,   i “quagliati”, gli “gnocchi”, le “stracciotte”, tutto realizzato a mano, mentre alle feste, le “fettuccine” con le uova.
Il bucato si lavava alla fonte con il sapone prodotto in casa, con la cenere e con l'olio vecchio  e a
volte con altri intrugli. La pianificazione del bucato avvenivano settimanalmente. Le abitazioni erano prive di acqua corrente.
 L’acqua nelle case si trasportava con i contenitori di rame, le “conche”,  dalle tante fontane sparse nel paese. Le conche sulla testa. Le donne erano bravissime, tant’è che facevano le “corse con le conche”.
venivano portate dalle donne
Sempre di stampo antico sono le feste legate al mondo contadino, che scandiscono i ritmi delle stagioni e la ciclicità dei lavori.
Il grano rappresentava il prodotto più importante, si seminava, si pulivano le piantine, si tagliavano le spighe, si raccoglievano in “manoppi”, si trasportavano sull’aia, si facevano le “casacce”, si trebbiava e finalmente il grano pulito si raccoglieva  negli arconi, poi in piccole quantità si portava al mulino per produrre la farina.
Il granturco era il 2° prodotto importante, la farina serviva per la polenta.

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