sabato 22 dicembre 2018
giovedì 18 ottobre 2018
lunedì 9 luglio 2018
venerdì 12 gennaio 2018
Feste 2018
Per cominciare voglio
ringraziare Patrizia Tocci, vanto della
nostra comunità, perché la rilettura del suo libro, “Nero è il
cuore del papavero”mi ha fatto rivivere molte emozioni della mia infanzia.
Sono a Verrecchie, alla finestra e sta nevicando! La
neve e l'inverno ci regalano momenti di felicità inaspettati.
Per una parte di noi, l’inverno è una delle stagioni
più difficili dell’anno: per il clima, le temperature, la salute. Ma c’è
un’altra parte che reputa l’inverno, e in particolare la neve, un momento
magico che rasserena lo spirito. Un momento in cui è più facile pensare a se
stessi, a leggere o guardare una delle proprie serie preferite comodamente
seduti sul divano di casa.
La neve, spesso, ci spinge a cambiare programma, ad
adeguarci alle condizioni meteorologiche e a riflettere attraverso uno sguardo
diverso sul mondo, e per una volta riusciamo ad apprezzare l’odore del caffè”!
La neve ci fa ricordare le emozioni dell’infanzia.Si
chiama memoria emotiva, ovvero quella situazione in cui un episodio ci fa
rivivere emozioni e associare ricordi legati, in qualche modo, a ciò che stiamo
vivendo. Molto spesso, la neve ci fa tornare bambini e ci ricorda di quando la
neve era sinonimo di festa, gioco e spensieratezza, …e la scuola chiudeva…!Io
ricordo quando andavamo in chiesa, quella vecchia, per partecipare alle
funzioni che Don Francesco ci organizzava. La neve, che cadeva i primi di novembre e se ne andava verso la
metà di aprile, era talmente alta che la viuzza fatta dai nostri padri era
stretta e non dritta, improvvisamente non ci vedevamo più gli uni con gli altri, e comunemente i maschi, più
forti, ci spaventavano, ci tiravano le pallocche di neve, ci facevano cadere!
Noi bambine portavamo le calze di lana fatte dalle nostre mamme, non avevamo
salopet, piumini, mettevamo golf, golf e ancora golf. Spesso
le porte delle case erano chiuse dalla neve all’esterno. Io ho dei flesh, mi
ricordo la casa di “Ntognella e Nazzareno” completamente sepolta dalla neve,
lei chiedeva aiuto dalla finestra laterale che guarda attualmente Rolando, mi
ricordo una scia di persone con pala, pronte a risolvere, e noi bambini che
dovevamo andare a scuola guardavamo meravigliati, sorpresi dell’entità.
Gli
alberi pieni di neve sono davvero stupendi. Hanno una capacità sorprendente di
stupirci e lasciarci a bocca aperta, incantati, per svariati minuti. Notiamo
ogni dettaglio, dall’uccellino che lascia il nido alla ricerca di cibo, alla brezza
che fa cadere la neve dai rami. La sua bellezza è temporanea. Questo, forse, è
l’aspetto più importante che rende la neve unica. Sappiamo che il paesaggio che
in questo momento ci riempie gli occhi, svanirà presto e per questo la nostra
attenzione è doppia. E sappiamo che quando succederà, dovremo tornare alla
nostra routine. lt
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